Venerdì 18 dicembre
2009
Convento dell'Annunciata
Abbiategrasso
Concerto di Natale
Accademia Musicale
dell’Annunciata di Abbiategrasso
Solisti:
Ewa Leszczynska, soprano
Carola Zosi, violino
Simone Groppo, violoncello
Martin Pratissoli, violoncello
Matteo Frigè, tromba
Yukari Sakiya, tromba
Violini I
Enrico Groppo, concertatore
Cesare Zanfi ni
Debora Travaini
Violini II
Carola Zosi
Alberto Stagnoli
Corneliu Babira
Elena Olga Groppo
Viole
Andrei Harabagiu
Ian Psegodschi
Marco Calderara
Violoncelli
Simone Groppo
Martin Pratissoli
Sebastian Pascu
Sara Bennici
Contrabbasso
Flavio Ceriotti
Oboi
Irene Metere
Cristina Ronsecco
Prima parte
Antonio Vivaldi (1678-1741) Concerto in do maggiore per due trombe e archi R 537 (FIX n°1) Matteo Frigè e Yukari Sakiya,trombe
I - Allegro; II - Largo; III - Allegro
Giuseppe Sammartini (1695?-1750) Concerto Grosso in sol minore Op. 5 n. 6 per archi I - Spiritoso - Allegro - Spiritoso; II - Rondò (Allegro
moderato e grazioso); III - Pastorale (Andante sostenuto)
Giuseppe Verdi (1813-1901) Ave Maria per soprano e archi (1880) Ewa Leszczyn´ ska, soprano
Giovanni Sollima (1962) Violoncelles, vibrez (1993) Simone Groppo e Martin Pratissoli, violoncelli
( Seconda parte solo venerdì 18 dicembre)
Wolfgang A. Mozart (1756-1791) Exsultate, jubilate mottetto K 165 Ewa Leszczyn´ ska, soprano
I - Aria: Exsultate, jubilate
II - Recitativo: Fulget amica dies
III - Aria: Tu virginum corona
IV - Cavatina: Alleluja
Accademia Musicale
dell'Annunciata
solo sabato 19 dicembre 2009
Johann Sebastian Bach (1685-1750) Concerto per due violini e archi in re minore BWV 1043 Carola Zosi ed Enrico Groppo, violini
I - Vivace; II - Largo ma non tanto; III - Allegro
Immagini della serata
(Il chiostro innevato)
Saluti istituzionali
Presentazione di Paolo Zeccara
Inizio del concerto
Antonio Vivaldi (1678-1741) Concerto in do maggiore per due trombe e archi R 537 (FIX n°1) I - Allegro; II - Largo; III - Allegro
Matteo Frigè, tromba
Yukari Sakiya, tromba
Giuseppe Sammartini (1695?-1750) Concerto Grosso in sol minore Op. 5 n. 6 per archi I - Spirtoso - Allegro - Spiritoso; II - Rondo (Allegro
moderato e grazioso);
III - Pastorale (Andante sostenuto)
Giuseppe Verdi (1813-1901) Ave Maria per soprano e archi (1880) Ewa Leszczyn´ ska, soprano
Giovanni Sollima (1962) Violoncelles, vibrez (1993) Simone Groppo e Martin Pratissoli, violoncelli
( Seconda parte solo venerdì 18 dicembre)
PARTE PRIMA
PARTE SECONDA
Wolfgang A. Mozart (1756-1791) Exsultate, jubilate mottetto K 165 Ewa Leszczyn´ ska, soprano
I - Aria: Exsultate, jubilate
II - Recitativo: Fulget amica dies
III - Aria: Tu virginum corona
IV - Cavatina: Alleluja
PARTE PRIMA
PARTE SECONDA
Convento dell'Annunciata - Abbiategrasso
Il grande acquisto
storico-artistico per l'Abbiategrasso del terzo Millennio arriva dal recupero,
concluso nel 2007, dell'ex convento dell'Annunciata, sito accanto alla
circonvallazione di viale Giotto, in direzione di Magenta. Sono stati rinvenuti,
sia nel refettorio sia nella chiesa, numerosi affreschi rinascimentali.
Nell'abside è ricomparso un intero ciclo con le Storie della Vergine, rivelando
fra l'altro la firma autografa dell'autore Nicola Mangone di Caravaggio, 1519,
elemento importante per la ricostruzione del primo Cinquecento pittorico
milanese.
via Pontida 1 20081 Abbiategrasso MI
telefono 02 94692232 (Servizi Cullturali - Comune di Abbiategrasso)
Note al programma di Paolo Zeccara:
Antonio Vivaldi (1678-1741) Concerto in do maggiore per due trombe e archi R 537 (FIX n°1)
Scritto prima del 1742, questo concerto è conservato in forma manoscritta presso
la collezione Renzo Giordano alla Biblioteca Nazionale di Torino. La prima
edizione a stampa fu curata da Gian Francesco Malipiero nel 1950. Questo lavoro
è un tipico esempio di “concerto di fanfara”, per via del caratteristico
andamento militaresco che emerge nel primo e nel terzo movimento. Ciò viene
anche evidenziato dalla forma “ad eco” (la frase della prima tromba viene subito
ripetuta dalla seconda) delle due parti solistiche. Per il secondo movimento
(dove le due trombe non suonano)
Vivaldi ha riutilizzato il Largo dal Concerto per archi in do maggiore R 110.
L’utilizzo di parti di concerti, o di opere e oratori, per nuove composizioni
era una pratica assai diffusa nel XVIII secolo. Molte pagine di Bach e Handel
(fino al nostro Rossini) si trovano o identiche, o adattate con nuovi strumenti
e testi nei nuovi lavori. Anche il terzo tempo di questo Concerto è una
rielaborazione del relativo terzo movimento del Concerto R 110.
Giuseppe Sammartini (1695?-1750) Concerto Grosso in sol minore Op. 5 n. 6 per archi
I - Spiritoso - Allegro - Spiritoso; II - Rondò (Allegro moderato e grazioso);
III - Pastorale (Andante sostenuto)
Giuseppe Baldassare
Sammartini
nacque a Milano nel 1695 (ma la data non è certa, alcuni la posticipano al
1698-1699). In qualunque caso è il fratello maggiore di Giovanni Battista
Sammartini. Eccellente oboista, il più grande e famoso nella Milano dei primi
trent’anni della sua vita, Giuseppe si esibì nel 1726 davanti al più famoso fl
autista del ‘700, Johann Joachim Quantz che fu incantato dal suo talento. L’anno
successivo Giuseppe si recò a Londra, dove fu ingaggiato come primo oboista
dell’opera italiana. La sua prima raccolta di lavori fu stampata nella capitale
inglese e consiste in Sei Sonate per due flauti, ma la sua fama crebbe grazie ai
suoi Sei Concerti per oboe pubblicati nel 1738 e alle Dodicibsonate per due oboi e basso apparse pochi anni dopo. Si conoscono altre sue
importanti pubblicazioni, come le otto Ouvertures per orchestra e i bellissimi
Sei Concerti Grossi op. 5 del 1747 (dai quali proviene il brano qui eseguito)
che furono pubblicati dopo la sua morte. Giuseppe Sammartini passò il resto
della sua vita a Londra e morì al servizio del principe di Galles nel 1750.
Giuseppe Verdi (1813-1901) Ave Maria per soprano e archi (1880)
Questa prima delle tre
Ave Maria composte da Giuseppe Verdi (la seconda si trova nell’ultimo atto di
Otello - su testo di Arrigo Boito - e la terza è del 1889, per coro di voci
femminili) è stata composta per la “Commissione Straordinaria di Beneficenza per
l’invernata 1879-1880” voluta dal Senatore Carlo d’Adda per far fronte alle non
poche necessità dei più poveri che anche a Milano erano diventate una priorità
sociale. Il concerto si tenne al Teatro alla Scala il 18 aprile del 1880 durante
il quale il direttore d’orchestra Franco Faccio eseguì anche musiche di Bazzini,
Palestrina, Ronchetti-Monteviti, Cherubini, Lotti, Stradella e Rossini. Verdi
scrisse questa Ave Maria insieme al Pater noster (a 5 voci senza strumenti) e
chiese che i due lavori fossero eseguiti senza soluzione di continuità, come se
fossero due movimenti di un unico lavoro. La prima cantante ad eseguire l’Ave
Maria fu Teresina Singer, nonostante Verdi avesse espresso il desiderio di affidarla
alla bellissima voce di Josephine De Reszke.
Wolfgang A. Mozart (1756-1791) Exsultate, jubilate - mottetto KV 165
Mozart aveva 17 anni quando
ottenne dal Teatro Regio di Milano la commissione di scrivere un’opera per il
lungo carnevale 1772-1773. Tra i cantanti scritturati per questa
rappresentazione ci furono delle vere e proprie “star” dei teatri lirici
italiani: il tenore Bassano Morgnoni, i soprani Daniela Mienci, Felicita Suardi
e Anna de Amicis-Buonsolazzi e il celebre castrato Venanzio Rauzzini. È
proprio per Rauzzini che Mozart scrive e dedica l’Exsultate, jubilate eseguito
per la prima volta a Milano il 17 gennaio del 1773, nella Chiesa di Sant’Antonio
Abate, sede dei Padri e dei Chierici Teatini. Mozart rimaneggerà questo mottetto
nel maggio del 1779 per la corte dell’Arcivescovo Colloredo di Salisburgo, suo
datore di lavoro.
Se la vita di Mozart, dal 1789 in poi, conoscerà momenti di povertà e di scarsa
popolarità, Rauzzini fu sempre sulla breccia del successo: fece una splendida
carriera, a Londra dove gli evirati cantori erano particolarmente ammirati:
proprio qui, alla fi ne della sua attività artistica, si ritirò ricco e
ammirato, in un palazzo di Perrymead arredato all’italiana, circondato da cuochi
e domestici italiani, segno del suo legame con la sua patria di origine. Morì
sessantaquattrenne a Bath l’8 aprile 1810.
Giovanni Sollima (1962) Violoncelles, vibrez (1993)
Giovanni Sollima, violoncellista e
compositore, nasce a Palermo il 24 ottobre 1962 da una famiglia di musicisti.
Presso il Conservatorio della sua città si diploma in violoncello con Giovanni
Perriera e in composizione con il padre, Eliodoro Sollima, perfezionandosi
successivamente a Salisburgo con Antonio Janigro e a Stoccarda con Milko Kelemen.
Vive fra Palermo, Berlino e New York. Violoncelles, vibrez! è una “ballata” per
due violoncelli e archi composta nel 1993 e dedicata a Mario Brunello, già
compagno di studi di Sollima alla scuola di Antonio Janigro. La ballata è
intrecciata in vari episodi chiaramente definiti; incomincia con un Andante
introduttivo, in una tinta soffusa da alba boreale mentre ancora tacciono i due
solisti; i quali entrano nel Tempo più veloce: in questo episodio l’espressività
ha qualcosa di sensualità orientale. Al centro, l’episodio Tempo più lento è
tutto lirico, un duetto che i due violoncelli svolgono a stretto contatto, due
note per ciascuno a vicenda, domanda e risposta. L’orchestra, lasciata sola,
s’industria ogni tanto in ingegnose combinazioni ritmiche; il pizzicato del
secondo violoncello apre un Più mosso (Allegro), un vortice cui segue l’ultima
ripresa dell’elegia: la quale poco alla volta (Appena più mosso) si dissolve in
leggerezza e aumenta di velocità finché i due violoncelli sembrano saltar fuori
dalla composizione; in aria resta solo uno staccato in pianissimo degli archi
che conduce la musica
Johann Sebastian Bach (1685-1750) Concerto per due violini e archi in re minore BWV 1043
I - Vivace; II - Largo ma non tanto; III - Allegro
Il Concerto
per due violini di Bach fu con ogni probabilità scritto a Lipsia tra il 1730 e
il 1731 per il Leipzig Collegium Musicum del quale Bach era il direttore.
Altre fonti però farebbero risalire questo lavoro addirittura al periodo durante
il quale Bach lavorava come Kapellmeister presso la corte di Anhalt-Köthen,
quindi tra il 1717 e il 1723. La supposizione che la data più accreditabile sia
quella del 1717 è dovuta al fatto che nel 1731 Bach presenta questo stesso
concerto nella versione per due clavicembali (ma la tonalità è trasportata a do
minore) e che non era consuetudine del compositore scrivere un lavoro e
presentarne subito una sua trascrizione. Seppur permeato da indiscutibili infl
ussi italiani (soprattutto Albinoni e Vivaldi) questo capolavoro è vera
espressione della scuola violinistica del Nord della Germania, dove alla
notevole fantasia musicale delle due parti solistiche si contrappone la severità
dell’accompagnamento degli archi.